lunedì 14 maggio 2012

TOP E FLOP SERIE A STAGIONE 2011-2012

Ecco i migliori e i peggiori del campionato
TOP
1-Antonio Conte (Juventus)
E' l'anno della Juve, è lo Scudetto di Antonio. Il tecnico leccese alla prima esperienza in panchina nel 2006 ad Arezzo dichiarò con sicurezza: "Non so quando ma allenerò la Juventus". La panchina bianconera gli viene data a furor di popolo nell'estate 2011, con una Juve da rifondare, fuori dalle Coppe europee e con mille dubbi da gestire. Conte dimostra subito di avere le idee chiare, imposta con la società un mercato per poter portare anche a Torino il suo 4-2-4 già visto a Siena. Ci pensano Vidal e Pirlo a fargli cambiare idea già nella prima giornata di campionato. Rilancia giocatori che arrivavano da periodi di crisi come Chiellini, Bonucci e De Ceglie, scopre pedine interessanti come Giaccherini ed Estigarribia, mette da parte giocatori di spessore come Krasic ed Elia e ripone tutta la sua fiducia sul trio delle meraviglie Pirlo-Vidal-Marchisio. Il risultato finale è da capogiro: 38 gare giocate, 23 vittorie, 15 pareggi e 0 sconfitte (prima squadra imbattuta da quando il campionato è a 20 squadre) con una difesa capace di subire solo 20 reti in tutto il campionato. Si aggiunge poi la finale di Coppa Italia da disputare con il Napoli, arrivata dopo aver eliminato un super Milan in semifinale. L'Oscar per la stagione non può che andare al tecnico bianconero, bravo a mantenere la calma soprattutto nel periodo della "pareggite" tra Febbraio e Marzo (6 pareggi in 9 partite) in cui sembrava svanire all'improvviso il sogno Scudetto. Da sottolineare l'importanza di non aver nessun impegno nelle Coppe europee che ha portato i bianconeri ad avere una condizione fisica superiore a tutte le concorrenti durante tutta la stagione. La prossima annata sarà la classica "prova del nove": la Juve cercherà di essere protagonista anche in Champions League e Antonio Conte sarà chiamato a gestire la Rosa in modo diverso dovendo affrontare partite decisive ogni tre/quattro giorni.
Come carattere e impatto,
IL NUOVO MARCELLO LIPPI

2-ANTONIO DI NATALE (Udinese)
C'è una squadra in Italia che più di tutte punta sui giovani, cerca di valorizzarli per poi rivenderli.
Ed è proprio in quella squadra che gioca un ragazzo napoletano di quasi 35 anni che per poco non vince per la terza volta consecutiva la classifica marcatori. Che campionato per l'Udinese, che stagione per Di Natale: per il secondo anno consecutivo la Champions League si giocherà nuovamente allo Stadio Friuli (preliminari permettendo). Una vera e propria impresa considerando i precedenti: le ultime squadre "di provincia" qualificate per la Champions, furono protagoniste la stagione successiva di campionati sciagurati (vedi Chievo e Sampdoria finite in Serie B). Estate difficile per i bianconeri: partono le colonne della squadra, via uno per reparto (Zapata, Inler e Sanchez). Pronti via e arriva subito la delusione dello sfortunato preliminare contro l'Arsenal. Sembra una stagione in salita ma ci pensa Guidolin a raddrizzare la situazione puntando su giocatori interessanti come Danilo e Basta più sulle certezze Armero, Asamoah e l'immenso Di Natale. Alla fine arriva una nuova qualificazione Champions ottenuta con la vittoria all'ultima giornata a Catania grazie ad una magia del solito Di Natale. Società sana, bilancio in attivo, squadra giovane: difficile chiedere di più alla famiglia Pozzo.
Per Di Natale, è già arrivata la pre-convocazione di Prandelli per Euro 2012 come riconoscimento per l'ennesima stagione da protagonista. Due anni fa, dopo la partenza di Diego, rifiutò la Juve: ora dopo tutto quello che ha fatto, si sentirà orgoglioso della sua scelta.
HIGHLANDER


3-GERMAN DENIS (Atalanta)
I 6 punti di penalizzazione a inizio campionato (con il clamoroso scandalo "Cristiano Doni") e il 3-4 casalingo in Coppa Italia con il Gubbio furono una vera e propria pugnalata anche per il più ottimista tra i tifosi nerazzurri. A rasserenare un pò l'ambiente ci pensò però la Società con il super Presidente Percassi che portò a Bergamo l'ottimo Pierpaolo Marino come nuovo responsabile dell'area tecnica. L'ex Dg di Napoli e Udinese si muove bene da subito portando in nerazzurro certezze come Masiello (poi out per il Calcioscommesse), Lucchini, Cigarini e Brighi più almeno un paio di punti di domanda come Maxi Moralez e il "Tanque" Denis. In molti a Bergamo storsero il naso all'arrivo della punta argentina dall'Udinese: buon giocatore certo, ma uno abituato ad avere un ruolo da comprimario in Italia. Difficile pensare a lui per un ruolo da "salvatore della patria" in un'Atalanta chiamata a fare almeno 6 punti in più di tutte le rivali salvezza. Invece proprio il "Tanque" sarà la rivelazione della stagione: 16 reti da vero e proprio trascinatore, con prestazioni esaltanti che lo portano a riconquistare una maglia nella selecciòn argentina. Stagione indimenticabili per i tifosi nerazzurri con imprese epiche come il 4-1 al Comunale con la Roma e la serata dell' 1 a 3 al San Paolo con il Napoli.
Da citare in questa cavalcata straordinaria, il Mister Colantuono, la saracinesca Andrea Consigli, il motorino Peluso, il geometra Cigarini, l'instancabile Galgo Schelotto e ovviamente la macchina da gol German Denis.
Per il "Tanque",
CHE RIVINCITA

4-ANTONIO NOCERINO (Milan)
Arrivato all'ultimo secondo del mercato estivo per 500.000 euro, è la vera sorpresa positiva del campionato rossonero. Sbarcato a Milano per coprire le assenze del centrocampo titolare, viene lanciato come titolare da Allegri un pò per caso (assenze di Gattuso, Aquilani, Flamini e la non brillantezza di Ambrosini).
Nocerino si rende protagonista di una stagione da incorniciare: 10 reti in 35 presenze in campionato (l'ultimo a riuscirci in rossonero fu il "Barone" Nils Liedholm) più una rete in Champions League.
Da ripiego, si trasforma nel centrocampista titolare per il presente e il futuro rossonero.
COME TROVARE UNA FERRARI NELL'UOVO DI PASQUA


FLOP
1-ALBERTO GILARDINO (Genoa)
La più grande delusione del campionato. Alberto, dopo un lungo corteggiamento estivo da parte del Genoa, decide di rimanere alla Fiorentina. L'inizio dei viola non è esaltante, tanto che Mihajlovic viene messo da subito in discussione (ingenerosamente) dalla tifoseria. La partenza di Gilardino non è delle migliori: l'attaccante di Biella deve rimanere fuori per diverse partite per una brutta distorsione al ginocchio patita a Udine. Il ritorno in campo coincide con un brutto periodo della sua squadra: arriva Gennaio e lo score del "Gila" segna solo 2 reti in campionato. Il Genoa nella sessione di mercato invernale riprende il pressing sul bomber campione del mondo e Gilardino decide di trasferirsi sotto la lanterna (8 milioni alla Fiorentina). Genova sembra l'ambiente ideale per lui ma dopo un buon inizio, Alberto si deve nuovamente fermare per uno stiramento. Da lì in poi inizia il crollo dei rossoblu con il via del "gioco della sedia" in panchina: via Malesani, arriva Marino, via Marino, torna Malesani, Via Malesani, dentro De Canio. Il "Gila" rientra ma viene spesso relegato in panchina e chiude la stagione con un totale di 6 reti in campionato (importante solo il gol salvezza nell'ultima giornata).
Troppo poco per uno dei centravanti più forti in Italia.
QUEST'ANNO IL VIOLINO E' RIMASTO NELLA SUA CUSTODIA

2-LUIS ENRIQUE (Roma)
A Roma arrivano gli americani con il super manager Thomas Di Benedetto nuovo presidente. Via ai nuovi investimenti, la società ufficializza gli arrivi di Sabatini e Baldini per dirigere l'area tecnica, si decide di intraprendere un progetto a lungo termine e di puntare quindi sui giovani. La panchina viene affidata a Luis Enrique, protagonista di grandi cose con il Barcellona B e marchiato come il "nuovo Guardiola". La campagna acquisti è buona: arrivano tanti giovani di talento come Lamela, Pjanic, Bojan, Kjaer e Borini più giocatori di esperienza come Heinze, Stekelenburg, Gago e il bomber Osvaldo. L'obiettivo non è sicuramente lo Scudetto già nella prima stagione ma creare un gruppo solido per il futuro e cercare la qualificazione per una delle coppe europee. Luis Enrique cerca di impostare un gioco in stile Barcellona: difesa alta, grande possesso di palla con il famoso tiki-taka alla Guardiola con la squadra che comanda il gioco durante tutti i novanta minuti. L'unico piccolo problema non considerato dallo spagnolo è che De Rossi non è Xavi, Gago non è Iniesta e Osvaldo non è Messi. Infatti l'inizio di stagione è disastroso: la Roma va subito fuori dall'Europa League (uno degli obiettivi della stagione) al primo turno con lo Slovan Bratislava. Il campionato è fatto di alti e bassi: si alternano partite divertenti a scoppole clamorose come le sconfitte a Firenze, Torino, Lecce e Bergamo. Il tecnico asturiano ha già confermato le sue dimissioni a fine stagione: bravo e onesto nel prendersi le colpe della stagione fallimentare davanti ai giocatori e alla stampa (a differenza di alcuni colleghi sempre pronti a cercare alibi negli errori arbitrali e negli infortuni) . Uomo vero.
ADIOS

3-A.C. CESENA
Dopo una salvezza strappata con i denti nella scorsa stagione, il Presidente Campedelli si mette in testa di costruire una squadra per tentare di arrivare forse non in Europa ma sicuramente ad una salvezza tranquilla. Gli acquisti estivi sono importanti: Martinez dalla Juve, Eder, Candreva, la conferma dell'ottimo Parolo e soprattutto Adrian Mutu, un lusso per una squadra che vuole salvarsi.
Il campionato inizia però nel peggiore dei modi: 3 pareggi e 7 sconfitte nelle prime 10 giornate. Da lì in poi il Cesena rimane fuori dai giochi, non dà mai l'impressione di riprendersi e di poter tornare in corsa. Campedelli cambia tre allenatori (Giampaolo, Arrigoni e Beretta) e prova a rinforzarsi a Gennaio (arrivano Iaquinta, Del Nero e Santana) ma il risultato non cambia ed arriva una pesante retrocessione.
CHE DELUSIONE

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